Scopri Trevi, il borgo immerso tra l’argento degli ulivi.
La bellezza di Trevi vi colpirà ancor prima di addentrarvi nelle antiche mura romane e medievali del borgo. La noterete, infatti, già dalla strada che percorrerete per arrivarvi. Balzerà ai vostri occhi quest’incantevole paese che si arrampica, come una chiocciola, su di una collina appendice del Monte Serano. Quest’ultimo si staglia dietro al paese insieme al Monte Brunette, entrambi ricoperti da distese di boschi e prati. Il vero spettacolo è, però, il vasto mantello argenteo che circonda il paese: ettari di oliveti, il tesoro di Trevi. Ai piedi del borgo si estende la valle solcata dal fiume Clitunno. Questo fiume ricoprì un importante ruolo in tutta la storia della città, arrivando ad essere divinizzato in epoca romana.
I Romani infatti conquistarono Trevi nel 284 a. C., ma le sue origini risalgono a molto tempo prima. Nel suo territorio si stabilirono civiltà preistoriche e in seguito fu città del popolo umbro. Così come testimoniato dall’arcaica iscrizione sulla stele di Bovara, scoperta di recente. Proprio dalla lingua di questa antica popolazione risalirebbe il nome della città: essi indicavano con la parola “trebeit” gli agglomerati urbani. La leggenda lega l’etimologia di Trevi a Diana Trivia, dea della caccia, a cui gli abitanti della città erano molto devoti; un tempio ad essa dedicato si dice sorgesse sulla sommità del colle, ove oggi troviamo il Duomo. In età imperiale, “Trebiae” si espanse e nacque una vera “civitas” in pianura, in località Pietrarossa: qui sorsero numerosi edifici monumentali. Tale sviluppo fu reso possibile dalla presenza dell’importante via Flaminia, che conduceva a Roma, come anche il fiume Clitunno, a quel tempo navigabile.
Il primo vescovo di Trevi fu Emiliano, oggi patrono della città. Lo martirizzarono i romani sotto Diocleziano: secondo la Passio Sancti Miliani, lo legarono ad una giovane pianta di ulivo e lo decapitarono. La pianta ultramillenaria è tutt’ora esistente: si trova a trecento metri dall’abbazia benedettina di Bovara. È l’ulivo più antico d’Umbria, che ha resistito alle innumerevoli “galaverne”, o “gelate”, che piagano il territorio.
Con la decadenza della potenza romana, i trevani decisero di spostarsi dalla pianura al colle. Per essere più sicuri dai costanti e intensi terremoti, e per difendersi dalle invasioni barbariche. Costruirono infatti mura a tre ordini di scarpata e senza feritoie.
Il borgo subì la conquista longobarda e passò sotto il Ducato di Spoleto, fino a divenire libero comune, guelfo, nel ⅩⅡ secolo. Simbolo delle libertà comunali è la Torre Civica, ancora oggi visibile in Piazza Mazzini, centro della città. Nel 1214 il duca di Spoleto rase al suolo Trevi. Successivamente la città si alleò a Perugia. Secondo l’antica letteratura francescana, in questi anni si recò a Trevi, compiendo un miracolo, San Francesco; in seguito a questo evento si diede inizio alla costruzione del convento che attualmente ospita il Museo di San Francesco e quello della Civiltà dell’Olio.
A partire dal 1400, grazie all’avvento degli ordini mendicanti, nacquero il Monte di Pietà e vari Monti frumentari. Nonché numerose confraternite. Come quella che amministrava l’Ospizio della città, che si trova in uno stretto vicolo a sinistra del Palazzo Comunale e in cui sono conservati resti di affreschi tre-quattrocenteschi.
I periodi di maggior splendore di Trevi furono il Medioevo e il Rinascimento, caratterizzati da floridi commerci, in larga parte di olio; la città divenne così importante da essere chiamata il “porto secco”. Furono costruiti gli splendidi palazzi nobiliari che ancora oggi possiamo ammirare camminando tra le vie del borgo, e si sviluppò un’intensa attività culturale. Per favorire la circolazione di denaro vennero chiamati banchieri ebrei, tanto che si formò il quartiere ebraico. I cui tratti distintivi possono essere osservati nello stile di Palazzo Natalucci, a pochi passi dalla piazza. Evento da annotare è la nascita a Trevi della quarta tipografia italiana e prima società tipografica al mondo, nel 1470. Nel 1784 papa Pio Ⅵ reintegrò Trevi al rango di città.
Una delle problematiche che Trevi dovette affrontare lungo i secoli fu l’approvvigionamento idrico. Il problema fu risolto nel 1928 grazie alla costruzione del celebre acquedotto, che conduceva l’acqua dal Clitunno alla città. Prima di questo importante intervento, i trevani disponevano di cisterne cittadine. Mentre le famiglie più ricche dotavano i propri palazzi di personali sistemi di rifornimento: ne potrete osservare uno nell’androne di Palazzo Valenti, in via San Francesco.
Trevi è uno dei Borghi più belli d’Italia, nonché città Bio e Slow, Bandiera arancione del Touring Club ed ha ottenuto la certificazione Emas. Il riconoscimento più prestigioso, però, è la sua qualifica a Città dell’Olio: Trevi custodisce infatti 200.000 piante ed è parte della DOP “Umbria” Colli Assisi-Spoleto. Il suo olio extravergine di oliva dallo squisito gusto fruttato, amaro e piccante, è di altissima qualità ed ha, inoltre, numerose proprietà benefiche; si produce secondo metodi tradizionali e accompagna i semplici, ma buonissimi piatti della tradizione culinaria umbra.
Altro prodotto locale è il Sedano Nero. Tipicamente trevano e coltivato in valle, dove il suolo è particolarmente fertile e dove era presente, alcuni secoli fa, un lago. Il sedano è presidio Slow Food. La sua coltivazione è antichissima, documentata fin dal V secolo a. C. Potrete acquistarlo ad ottobre, alla Mostra Mercato del Sedano Nero e della Salsiccia, oppure al Mercato Contadino, ogni quarta domenica del mese. Magari assieme alle gustose castagne di Manciano, frazione di Trevi.
In effetti, la città offre molte opportunità di svago durante tutto l’arco dell’anno. Oltre ai Mercati, potrete degustare il celebre olio trevano e visitare frantoi. Oppure percorrere sentieri di trekking o assistere a concerti all’aperto durante Festivol, in novembre. O ancora, a fine aprile, i due giorni di “Pic&Nic a Trevi”. Arte, musica e merende tra gli olivi. Certamente il periodo più importante per la vita della città è l’Ottobre Trevano. Per tutto il mese Trevi si anima grazie all’apertura delle taverne dei quartieri, ai cortei storici e alle scene di vita medievale. Ma soprattutto grazie al Palio dei Terzieri, un’appassionante gara tra i quartieri. Altro momento importante per la città è la suggestiva processione dell’Illuminata, che si svolge da otto secoli in onore del patrono Sant’Emiliano. Vale la pena dare un’occhiata anche alla programmazione degli spettacoli del Teatro Clitunno, che i trevani chiamano “la bomboniera”.