Scopri Spello, il borgo dei fiori e dei tramonti mozzafiato.
Come a guardare l’intera Valle Umbra, Spello è dolcemente adagiata su uno sperone del Monte Subasio e degrada dalla sommità fino alla pianura; l’altro versante del colle troneggia sulla valle del Chiona, affluente del fiume Topino, il cui corso è costellato di querce secolari.
Spello delizierà i vostri occhi. Con i colori dei propri fiori, che popolano le viuzze del borgo, e con quelli degli splendidi tramonti, che fanno brillare gli edifici spellani, costruiti in pietra bianca e rosa del Subasio.
Il centro storico si è sviluppato per secoli sull’originaria impostazione romana e su questa vennero costruite la città medioevale, rinascimentale, pontificia e moderna. E sono tutte distinguibili nell’attuale tessuto urbano. I vicoli di Spello si diramano proprio dagli antichi cardo, che scende a ovest, e decumano, che sale da sud a nord.
In effetti, Spello fu colonia romana ma le presenze più antiche nel territorio risalgono al Ⅶ secolo a. C., come testimoniano numerosi ritrovamenti di insediamenti che si riferiscono a popolazioni umbre. Dopo le devastazioni operate da Ottaviano, rifiorì la romana Colonia Iulia Hispellum. Acquistò, infatti, via via sempre più importanza, soprattutto grazie alla vicinanza della via Flaminia. All’epoca romana risalgono le mura della città e i resti dell’Anfiteatro, del Teatro, di un Tempio e delle Terme; a questo periodo risale anche una bonifica delle paludi nella pianura, che era occupata in origine dal Lacus Umber.
Altro elemento fautore dello sviluppo spellano è senz’altro il cristianesimo: l’imperatore Costantino, infatti, tra il 326 ed il 333 d. C., promulgò un Rescritto in cui proclamava la città Santuario Fedele.
Dopo la caduta dell’Impero d’Occidente iniziò una profonda crisi. Peggiorò con l’invasione di Attila e quella di Totila re dei Goti, fino ad arrivare alla distruzione perpetrata dai Longobardi. Spello iniziò a risorgere in epoca comunale. La città divenne densamente abitata, tanto che fu divisa nei tre Terzieri di Pusterola, Mezota e Porta Chiusa (o Borgo). Le tre aree a forma di ellisse che discendono dalla porta dell’Arce, il punto più elevato, al Borgo; sviluppandosi sempre di più, il borgo si estese fino fuori Porta Venere.
Nel corso della sua storia, Spello subì pressioni da parte delle città vicine, come Perugia, Assisi e Spoleto e divenne gastaldato di quest’ultima. Nel ⅩⅢ secolo fu più volte danneggiata. Federico Ⅱ la rase al suolo, distruggendo anche la chiesa di San Lorenzo con l’archivio e la sagrestia.
Verso la fine del ⅩⅣ secolo entrò nell’orbita della più importante casata dell’Umbria del tempo: i Baglioni, che arricchirono enormemente Spello con importanti committenze architettoniche ed artistiche, come la cappella Baglioni, affrescata dal Pinturicchio, nella chiesa di Santa Maria Maggiore. Nel 1583 la città tornò sotto l’egida della Chiesa e per essa iniziò un lunghissimo periodo di decadenza, che peggiorò progressivamente. Fino al colpo di grazia: un terribile terremoto che nel 1832 distrusse l’intera città. Soltanto negli anni Sessanta, grazie all’industrializzazione, Spello poté rigermogliare fino a divenire, oggi, fiore all’occhiello dell’Umbria.
Spello è uno dei Borghi più belli d’Italia, ma è soprattutto Città dell’Olio, e ve ne accorgerete non appena varcherete la sua soglia. Infatti, la Porta Consolare, l’ingresso principale del paese, è affiancata da una Torre medievale, sulla cui sommità svetta una secolare pianta d’olivo. L’olivo rappresenta da millenni un punto di riferimento per la comunità spellana. Tutt’oggi condiziona le dinamiche sociali, economiche, paesaggistiche, culturali della città; qui si coltiva il moraiolo, dal quale si ricava un olio extravergine fruttato con aroma amaro e piccante.
Spello vive in simbiosi con la natura. Anche dal punto di vista eno-gastronomico. Le ricette locali sono semplici e tradizionali, basate sui prodotti genuini coltivati negli orti o presenti nei vicini boschi: asparagi, tartufo nero e, ovviamente, la bruschetta, ossia pane cotto a legna con aglio e olio.
Il calendario degli eventi di Spello è denso. La vivace comunità organizza iniziative disseminate in tutto l’arco dell’anno. Di certo il giorno più importante dell’anno per gli spellani è il Corpus Domini, quando la città diventa un meraviglioso prato fiorito. Tutti quanti infatti partecipano alla realizzazione dei “tappeti” e “quadri” di fiori che si sviluppano per 2 km lungo le vie della città e rimangono esposti fino al tramonto; la preparazione all’”infiorata” del Corpus Domini inizia sei mesi prima e viene curata fin nei minimi particolari. I decoratori, capeggiati dal mastro infioratore, sono un migliaio e ogni anno le Infiorate attirano da 50/80.000 visitatori. Spello è da alcuni anni città leader dell’Associazione Nazionale “Città delle Infiorate” e molti maestri spellani ne organizzano alcune in giro per l’Italia e all’estero.
Gli altri due eventi cardine della città sono Hispellum, che durante la terza settimana di agosto rievoca il “Rescritto di Costantino” del 336 d. C., attraverso riti, cortei, banchetti e battaglie tra gladiatori. E l’Oro di Spello, che si tiene la terza settimana di novembre e racconta la tradizione contadina di Spello e dell’olio, il suo più prezioso prodotto; Oro di Spello è inoltre inserito nella rassegna regionale “Frantoi Aperti”.
Spello vi offrirà molte altre opportunità di svago. Oltre alla rassegna del Teatro Comunale Subasio e alle numerose mostre e convegni organizzati nel Palazzo Comunale, troverete i cosiddetti “altri petali di Spello: il Festival del Cinema tra febbraio e marzo, “Finestre, balconi e vicoli fioriti” a maggio, la rassegna del Grechetto, vitigno locale, a luglio e, per tutta l’estate, “Incontri per le strade”, una manifestazione che unisce musica, danza, teatro e arte con esibizioni nelle piazzette del centro storico.