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Città della Pieve

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Scopri Città della Pieve, il borgo del divin pittore

Scopri Città della Pieve, il borgo che diede i natali al Perugino, uno dei geni della pittura italiana.

In una porzione di territorio al confine con la Toscana e nei pressi del Lazio, a un’altezza di 508 metri sul livello del mare, sorge il caratteristico borgo umbro di Città della Pieve.

La sua posizione privilegiata al di sopra di un colle vi permetterà di godere di una meravigliosa vista sul Lago Trasimeno e sulla Val di Chiana, gioielli unici da ammirare dell’Italia centrale.

Il borgo è noto per aver dato i natali al più importante esponente della pittura umbra del XV secolo, il maestro Pietro Vannucci detto Il Perugino. Il pittore, che fu anche il maestro di Raffaello, ha sapientemente riportato nelle sue opere gli incantevoli paesaggi natii, da cui è stato ispirato e circondato durante la sua vita, come i dolci pendii e la rigogliosa e avvolgente vegetazione. All’interno dei monumenti della città potrete ammirare le numerose opere realizzate per mano dell’illustre pittore.

Città della Pieve oggi fa parte della provincia di Perugia, ma i materiali archeologici ritrovati nella zona testimoniano come un tempo questa appartenesse a Chiusi; le origini del centro abitato risalgono al VII secolo, periodo in cui i longobardi esercitavano il loro potere sul Ducato della Tuscia. Il nome attuale di Città della Pieve si deve ad una Pieve che venne costruita in onore dei Santi martiri Gervasio e Protasio, e al cui interno cominciarono ad essere battezzati i pagani e convertiti così al cristianesimo.

Il borgo assunse anche il nome di Città di Castel della Pieve, per la presenza della cinta muraria risalente all’XI secolo che venne eretta per proteggere e per delimitare la fortificazione, ma la denominazione risultò essere troppo lunga e simile alla località di Città di Castello; per poterle distinguere, successivamente, essa venne chiamata unicamente Città della Pieve.

La vita cittadina cominciò quindi a svilupparsi al suo interno e ben presto il numero di abitanti si incrementò soprattutto in seguito ad una situazione di disagio che si venne a creare nel territorio sottostante; l’inconveniente nella Val di Chiana, progressivamente divenuta zona paludosa e non più abitabile, costrinse infatti la popolazione a trovare rifugio all’interno del borgo.

La vicina Perugia sottomise a un rigido dominio Città della Pieve per lungo tempo, limitando definitivamente l’espansione del borgo dal carattere deciso e ribelle. Solo dal 1228 al 1250 Città della Pieve visse una fase di indipendenza grazie a Federico Il di Svevia, che portò alla nascita del libero Comune, periodo in cui si definì anche l’urbanistica del borgo giunta fino ai giorni nostri.

Osservando il perimetro di Città della Pieve, si può notare come questo dia vita ad una sagoma molto interessante e curiosa, che rappresenta un’aquila; il territorio venne suddiviso in tre parti, i terzieri, che corrispondono alle tre diverse parti dell’aquila e simboleggiano anche le tre classi sociali del tempo: nella testa del rapace, rivolta in direzione di Roma, è collocato il Terziere Castello, che rappresentava la classe dei cavalieri quindi l’aristocrazia, la pancia costituisce il Terziere Borgo Dentro e simboleggia la borghesia, mentre l’ala e la coda ospitano il Terziere Casalino, e alludono alla classe dei pedoni, i contadini.

Rimarrete affascinati nel vedere con i vostri occhi e nel comprendere l’urbanistica di Città della Pieve del XIII secolo; nel periodo degli scontri tra classi sociali infatti le larghe strade che si sviluppavano in curva denotavano la presenza dei cavalieri, che spostandosi col cavallo avevano necessità di più spazio; queste strade erano in netta contrapposizione a quelle più strette e con un percorso frammentato, che evidenziavano la presenza della classe dei pedoni, i contadini. In questo modo, i cavalieri riuscivano a sfuggire agli attacchi dei pedoni muniti di arco e balestra grazie alla curvatura delle strade, mentre i pedoni riuscivano a sfuggire agli attacchi dei cavalieri negli stretti vicoli non accessibili a cavallo.

I Terzieri di Città della Pieve sono stati spesso in conflitto tra di loro. Lo spirito di competizione ha alimentato il loro desiderio di primeggiare. Ma per rievocare il suggestivo passato medioevale e per acclamare l’identità dei Pievesi, ogni anno si celebra nel mese di agosto il caratteristico e suggestivo Palio dei Terzieri. In questo periodo dell’anno il borgo si tinge di colori, di drappi e stendardi, gli sbandieratori si esibiscono per le strade, si riaprono le botteghe degli antichi mestieri, degli artigiani, degli artisti, rivivono le taverne del passato, che propongono deliziose e succulente prelibatezze dal sapore antico e tipico della tradizione.

I vicoli del paese ospitano il caratteristico mercato rinascimentale. Si organizzano spettacoli itineranti, musicali e giochi; i terzieri si sfidano e si contendono il prezioso arazzo del maestro Antonio Marroni. Raffigura i monumenti più importanti di Città della Pieve, alcuni arcieri che rendono omaggio al Maestro di Campo e i simboli dei Terzieri: il Castello medievale, la Rocca del Borgo Dentro e il Pozzo del Casalino. Tra gli eventi più significativi della manifestazione vi sono il Corteo Storico e la Caccia del Toro.

Per le vie più importanti del centro sfilano infatti tantissimi pievesi indossando meravigliosi e eleganti abiti storici. Rappresentano gli appartenenti alle varie classi sociali del passato, come cavalieri, dame e popolani. Appassionati musicisti suonano e rievocano soavi melodie. Il corteo avanza per il borgo guidato dal Maestro di scena, dal Porta gonfalone e da altre personalità importanti. Il corteo di circa settecento persone è infine seguito da un carro allegorico di ispirazione classica.

La Caccia del Toro ripresenta invece, in maniera non cruenta, quelle che furono le antiche corride senesi; gli arcieri dei diversi Terzieri, che hanno a disposizione tre frecce ciascuno, si sfidano con l’arco. Tentano di centrare i rispettivi bersagli, costituiti da tre sagome di legno raffiguranti dei tori di razza chianina. Le sagome dei tori, ognuna con una fascia rappresentante i diversi colori dei Terzieri, sono collocate su una giostra. Ma si muovono in maniera sempre più veloce, rendendo la gara progressivamente più complessa ed entusiasmante.

Un’altra manifestazione che appassiona abitanti e turisti è l’Infiorata di San Luigi Gonzaga, patrono del Terziere Casalino; per le strade del borgo ogni anno i pievesi realizzano meravigliosi e accurati disegni con i colorati petali dei fiori, sempre seguendo delle tematiche differenti. L’evento è un’occasione unica e segna l’inizio delle manifestazioni estive di Città della Pieve.

Durante il periodo pasquale invece, il borgo organizza la Mostra Mercato. Un evento che prevede l’esposizione delle eccellenze e dei prodotti tipici legati all’agricoltura, alla gastronomia e all’artigianato di Città della Pieve. Sempre in occasione delle festività pasquali, è prevista la suggestiva rappresentazione dei Quadri Viventi. I figuranti interpretano i temi della Passione, della Morte e della Resurrezione di Cristo nell’incredibile scenario dei sotterranei di Palazzo Orca.

Tra gli eventi da non perdere c’è sicuramente Zafferiamo, sagra che celebra uno dei simboli più importanti del borgo, anticamente conosciuto come il crocus. Città della Pieve vanta infatti una pregiata qualità di zafferano. La sua produzione è attestata già in documenti risalenti al XIII secolo. Precisamente nello Statuto di Perugia del 1279, il quale ne vietava la semina ai forestieri. Lo utilizzavano originariamente per la tintura dei tessuti e costituiva una fonte di ricchezza molto importante per l’economia della città.

Oggi lo zafferano di Città della Pieve è un prodotto d’eccellenza a livello italiano. Viene venduto in fili per preservare e garantire la sua pregiata qualità e autenticità. Durante la manifestazione che lo vede protagonista, che si tiene annualmente a ottobre e che non si concentra unicamente sull’utilizzo dell’oro rosso nella gastronomia, è possibile partecipare a diversi laboratori. La tintura dei tessuti attraverso i pigmenti dello zafferano, o laboratori di pittura, scoprendo come ottenere le varie gradazioni di colore della pregiata spezia.

Nel corso dei secoli, i pievesi si sono anche specializzati nella produzione del laterizio. Un particolare cotto dal colore rossastro utilizzato per la realizzazione della maggioranza delle abitazioni del borgo, dalle facciate alle pavimentazioni. I pievesi hanno dimostrato anche le loro eccellenti doti nella tradizionale lavorazione di merletti, pizzi e ricami. Sono molto rinomati il panno cremisi, un tessuto molto pregiato lavorato sin dall’antichità e i ricami realizzati con il Punto Perugino, ispirati alle immagini e alle decorazioni rinascimentali delle opere del grande maestro.

Città della Pieve esalta anche i suoi prodotti della natura più genuini e la loro pregevole qualità. Qui potrete sorseggiare e gustare il vino Colli del Trasimeno D.O.C. e apprezzare il suo aroma fruttato e dal retrogusto leggermente amarognolo. Con cui potrete accompagnare le vostre cene a base di carni e verdure; si tratta infatti di un vino prevalentemente rosso prodotto da Sangiovese o da vitigni del Trasimeno. Altrettanto importante è la produzione dell’olio extravergine di oliva Colli Orvietani D.O.P., realizzato dalle varietà di olivo Leccino, Frantoio e Moraiolo; con il suo inconfondibile gusto, particolarmente fruttato, e con la sua intensità, saprà regalare un’esplosione di gusto unica per il vostro palato.

Tra le specialità tipiche della tradizione culinaria pievese troviamo il Cinghiale al dragoncello o allo spito, con il suo gusto intenso e deciso. Ancora, la Zuppa di Fagiolina del Trasimeno, piatto genuino, gustoso e dal sapore antico. Ricette che vi delizieranno.

Scopri con noi cosa vedere a Città della Pieve. 

L’incantevole borgo di Città della Pieve vi regalerà la vista di scenari suggestivi e mozzafiato. Ma anche di numerosi monumenti ricchi di storia e di opere d’arte.

Uno di questi è la Cattedrale di S. Gervasio e S. Protasio, che troverete nella piazza principale del borgo. Conserva alcune reliquie dei due fratelli santi e martiri assieme a delle opere del Perugino e altri artisti. Potrete ammirare anche la Chiesa di S. Agostino, ricca di pregevoli opere di artisti umbri e toscani, come Brunelli, Vanni, Savini, Circignani e altri. Ma anche la Chiesa di S. Francesco, oggi nota anche come Santuario della Madonna di Fatima, vi regalerà delle belle emozioni.

Di grande importanza risulta anche l’Oratorio di San Bartolomeo, sede della Confraternita della Misericordia e situato accanto alla Chiesa di S. Francesco, al cui interno potrete ammirare l’affresco di Jacopo di Mino del Pellicciaio “La Crocifissione”, meglio conosciuto come “Il Pianto degli Angeli”; rimarrete incantati di fronte all’elegante dipinto dallo stile gotico senese.

Dirigendovi dal centro storico verso la parte alta della città, potrete scorgere la piccola e graziosa Chiesa di S. Pietro, vicino all’antica Porta del Castello. Da questa posizione privilegiata potrete anche apprezzare una fantastica veduta sulla vallata e rimanerne affascinati. All’interno della chiesa potrete ammirare un affresco del Perugino del 1508, raffigurante “Sant’Antonio Abate tra i Santi Paolo Eremita e Marcello”. All’interno dell’Oratorio Di Santa Maria Dei Bianchi avrete invece la fortuna di ammirare un’altra grandiosa opera d’arte, considerata una dei capolavori più grandi e significativi del Perugino. Il meraviglioso affresco “L’Adorazione dei Magi”.

Nel centro storico della città rimarrete incantati da un altro dei simboli di Città della Pieve, il Palazzo della Corgna. Residenza del Marchese Ascanio della Corgna, ritenuta anche la dimora signorile più significativa della città. Anche la Rocca Perugina vi affascinerà. Con la sua imponenza e le sue torri, da cui un tempo si cercava di garantire la massima sicurezza del borgo.

La cattedrale di San Gervasio e San Protasio sorge sulla piazza principale del borgo di Città della Pieve ed è un importante monumento che racchiude al suo interno numerose opere d’arte.

La storia narra che i fratelli gemelli Gervasio e Protasio, due martiri vissuti tra il III e il IV secolo a Milano, fossero figli di S. Vitale e S. Valeria. A seguito del crudele assassinio dei genitori, i gemelli vendettero tutte le proprietà della famiglia e diedero tutto il ricavato ai più bisognosi. Decisero di trascorrere i successivi dieci anni sotto la guida della preghiera e della meditazione. Ma a loro toccò uno sfortunato epilogo; vennero denunciati per la loro cristianità, furono torturati e infine crudamente uccisi. I loro corpi vennero dimenticati e vennero ritrovati solo grazie a Sant’Ambrogio il 17 giugno del 386. Il santo ricevette in sogno una rivelazione che lo portò a far avviare degli scavi nei pressi di un’antica zona cimiteriale, in cui sono stati poi rinvenuti i corpi.

La storia dei due santi divenne subito popolare e questi furono in poco tempo venerati in Italia e in molte altre località; vennero anche erette molte chiese in loro onore, come la chiesa di San Vitale a Roma, fatta costruire da una matrona chiamata Vestina.

Tra queste, anche la cattedrale di Città della Pieve è stata dedicata alla loro memoria e fu inizialmente edificata intorno al VIII secolo. In seguito, nel XIII secolo, venne ricostruita seguendo in parte lo stile gotico. L’esterno dell’edificio è stato realizzato con diversi materiali, la pietra arenaria e il laterizio, a seconda del periodo storico in cui sono avvenuti gli interventi. Nel XVI secolo, seguì un ulteriore rinnovamento, che portò alla costruzione di una scala esterna e al rialzamento della pavimentazione interna. Nel 1574 venne rifatto l’abside e nel 1584 essa fu riconsacrata. La chiesa divenne inizialmente una Collegiata e nel 1600 diventò Cattedrale. Nel 1679 a seguito di un crollo, il tetto, che originariamente era a capriate, venne ricostruito con una volta. Tra il secolo XVII e il XVIII si susseguirono degli altri intensi periodi in cui ci si dedicò al miglioramento della chiesa. Si cercò di renderla in parte somigliante alla Chiesa del Gesù di Roma, simbolo della Controriforma: l’iconografia sacra e gli altari in omaggio a Dio, negati durante la riforma protestante, riacquistarono la loro importanza.

Osservando la chiesa dall’esterno, si percepisce sobrietà e semplicità, ma una volta all’interno si viene sorpresi da un’unica navata ampia e maestosa, in cui colpiscono le bellissime pareti con tonalità scure delle lesene in contrapposizione con il bianco delle volte a botte lunettate, fatta eccezione per la “Gloria celeste” affrescata nel catino absidale da Antonio Circignani detto Il Pomarancio. La chiesa è a croce latina e sono presenti sei cappelle, posizionate rispettivamente a sinistra e a destra della navata. Il presbiterio è in posizione rialzata, su tre gradini. È presente un organo e le cappelle sono impreziosite da numerosi dipinti. All’interno della chiesa troviamo opere di Pietro Vannucci detto Il Perugino come il “Battesimo di Cristo”, la “Madonna in gloria fra i Santi Protettori Gervasio e Protasio con lo stendardo della città e i Santi Pietro e Paolo”, e “L’Addolorata”, scultura lignea del XVI, opere di Pomarancio, come lo “Sposalizio della Vergine”, i “Santi Domenicani in adorazione del Crocefisso”, di Salvio Savini, come la “Madonna in trono tra i Santi Francesco, Bonaventura e un Servita” e la “Vergine in Trono col Bambino, San Domenico e Santa Caterina da Siena”. All’interno della cattedrale sono presenti anche altri affreschi di Giannicola di Paolo, di Domenico di Paride Alfani, di Giacinto Gimignani, di Giovanni Teutonico e di Annibale Ubertis.

I corpi dei due santi protettori di Città della Pieve, San Gervasio e San Protasio furono traslati e conservati per secoli all’interno della chiesa di Sant’Ambrogio a Milano, ma nel 1714, Città della Pieve ricevette alcune reliquie da custodire nella chiesa dedicata ai due Santi Martiri.

La chiesa di Sant’Agostino venne eretta fuori dalle mura di Città della Pieve all’incirca verso la metà del XIII secolo. Dal periodo dell’unità d’Italia la chiesa risulta sconsacrata e attualmente viene utilizzata come sede di eventi, spettacoli e convegni. Accanto alla chiesa sorge un antico Convento, che è stato requisito al patrimonio ecclesiastico a seguito di alcune soppressioni e che oggi ospita una scuola.

L’esterno si presenta in stile gotico, con una facciata semplice e un portale polilobato.

Il campanile, situato accanto alla chiesa, è stato costruito nel 1741.

All’epoca della sua edificazione, l’interno si sviluppava in una navata unica con un’abside quadrata, sovrastata da un tetto a capriate, secondo la struttura delle altre Chiese vicine di S. Francesco e dell’attuale santuario della Madonna di Fatima, la Chiesa di Santa Maria dei Servi.

Nel 1789, a seguito della ristrutturazione di Andrea Vici, l’interno subì numerose modifiche e acquisì un aspetto in pieno stile neoclassico. La chiesa custodisce numerose opere di valore di artisti umbri e toscani, come la tela di Alessandro BrunelliAssunzione ed Incoronazione della Vergine”, in cui sono riscontrabili elementi tipici della pittura di Raffaello, una copia de “La Fuga in Egitto” di Francesco Vanni, “Gloria di San Tommaso da Villanova”, tela di ispirazione caravaggesca datata 1662 e realizzata da un pittore umbro e “San Nicola da Tolentino e storie della sua vita” di Salvio Savini. Dello stesso Savini è una nicchia affrescata e raffigurante “La Madonna della Spiga”, la “Madonna in Gloria circondata da San Nicola di Bari, Sant’Agostino, Santa Chiara e da una Confraternita”, tela del 1584 presente nell’abside e “San Girolamo in preghiera” esposto sull’altare della sagrestia. È visibile anche l’opera ”Ascensione di Cristo” di Nicolò Circignani, e sono presenti diversi altari laterali in stile rococò.

Se siete alla scoperta di Città della Pieve, non potete non fare una sosta per visitare la Chiesa di San Francesco, che sorge all’inizio dell’antica Via Pievaiola, appena fuori Porta Perugina.

Attualmente, la chiesa viene chiamata anche Santuario della Madonna di Fatima, perché all’interno è presente una statua moto venerata che la raffigura. Dal 1996 il santuario è stato anche dedicato ai Fanciulli.

La chiesa è stata costruita intorno al XIII secolo da don Luigi Perriccioli e presenta uno stile romanico. Questa è stata però quasi interamente ricostruita intorno alla fine del XVIII secolo, presumibilmente nel 1766, dallo stimato architetto Andrea Vici. La parte inferiore della facciata, che costituisce l’unica parte della costruzione originaria giunta fino ai giorni nostri, è in laterizio e presenta tre grandi arcate con l’ingresso al centro. Sono visibili dei capitelli in travertino con dei decori a fogliami, che fungono da basi per le ghiere delle arcate. Il campanile è stato eretto nel periodo della riedificazione dell’edificio.

L’interno della chiesa si presenta elegante e luminoso e appare in netto contrasto con la facciata esterna per quanto riguarda i colori e lo stile. Tra le opere d’arte presenti nel santuario ricordiamo “La Vergine in Trono circondata dai Santi Francesco, Bartolomeo, Antonio, Stefano”, di Domenico Alfani, che è collocata nel primo altare a destra, “La Discesa dello Spirito Santo”, tela di Antonio Circignani posizionata nel primo altare a sinistra, e sempre del Pomarancio, l’affresco di ispirazione caravaggesca “Ecce Homo”, visibile sopra la porta della Sacrestia.

Accanto alla chiesa sono presenti il Convento dei Francescani Conventuali e l’Oratorio benedettino di S. Bartolomeo.

Non molto distante dal centro storico, passeggiando verso la parte più alta della città, potrete godere di un meraviglioso panorama della valle sottostante e accanto a voi avrete la fortuna di scorgere la piccola Chiesa di San Pietro. L’edificio è in una posizione limitrofa rispetto alle mura cittadine e all’ubicazione dell’antica Porta del Castello. La chiesa venne edificata nel XIII secolo in onore di Sant’Antonio Abate e ha ospitato la Confraternita dei Disciplinati di San Salvatore.

All’interno della chiesa è presente un importante affresco che venne commissionato al massimo esponente della pittura umbra Pietro Vannucci, detto il Perugino nel 1508, probabilmente dai Disciplinati di San Salvatore, che in quel periodo si occuparono del rinnovamento della chiesa. L’opera raffigura “Sant’Antonio Abate tra i Santi Paolo Eremita e Marcello” ed è posizionata nella parete di fondo, dove originariamente era situato l’antico altare.

Il dipinto raffigura i tre Santi all’interno di un portare con delle colonne laterali che sostengono una illusoria lunetta che rappresenta un dipinto all’interno del dipinto. L’affresco dona ai fedeli e ai visitatori una sensazione di calorosa accoglienza all’interno delle sacre mura e al contempo di intimità. In seguito ad un terremoto avvenuto nel 1861, si decise di asportare l’affresco dalla parete e di riportarlo in seguito su tela.

La chiesa si presenta con un’unica navata e con delle campate con volte a crociera e a botte.

Nel 1815 l’edificio originariamente dedicato a Sant’Antonio Abate divenne la sede della Chiesa dei Santi Pietro e Paolo e anche della Confraternita di San Sebastiano e San Rocco.

A Città della Pieve, in un suggestivo edificio di 650 mq ristrutturato elegantemente e in stile moderno è possibile ammirare una ricca collezione dedicata all’arte contemporanea. La struttura si trova all’interno del grazioso Giardino dei Lauri e i capolavori presenti appartengono alla collezione personale di opere di Massimo e Angela Lauro, i collezionisti napoletani che hanno fondato lo spazio espositivo.

La Collezione Lauro nacque nel 1990 e attualmente comprende all’incirca trecento opere di artisti celebri e contemporanei nella scena nazionale e internazionale.

Le opere possono essere ammirate sia all’interno dell’edificio, sia nel vero e proprio giardino, che espone circa 70 opere di giovani artisti.

La passione per l’arte contemporanea dei due collezionisti trasparirà dalla scelta delle opere che sono esposte, che guideranno l’osservatore in un viaggio introspettivo e narrativo attraverso le arti visive.

Sarà possibile ammirare opere di artisti internazionali come Takashi Murakami, Roxy Paine, Mariko Mori, Ugo Rondinone, Michael Heizer, Tim Noble e Sue Webster, o degli italiani Massimo Bartolini e Maurizio Cattelan. La collezione d’arte contemporanea comprende anche opere dei giovani artisti più talentuosi come Aaron Young, Dash Snow, Eric Wesley, Piero Golia, Piotr Uklanski, Urs Fischer, Matthew Monahan e Gary Webb.

Al centro di Città della Pieve, al primo piano del Palazzo della Corgna è situato il Museo di Storia Naturale e del Territorio dedicato ad Antonio Verri. All’interno del museo sono conservati numerosi materiali provenienti dalle collezioni private di Antonio Verri e di Paolo De Simone, entrambi vissuti a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento. Il primo fu uno stimato geologo pievese e un appassionato di Scienze Naturali; ricoprì anche la carica di Presidente della Società Geologica Italiana e realizzò degli studi molto approfonditi sull’ambiente e sul territorio di Città della Pieve. Il secondo, trasferitosi a Città della Pieve nel 1886, fu un agronomo e naturalista con una profonda passione per il collezionismo di semi e di campioni di animali. Il museo è di proprietà del Comune e la sua inaugurazione è avvenuta nel 2009; tuttavia, gli studi sui campioni e la catalogazione dei materiali sono iniziati già nel 1994. L’intero progetto è stato realizzato per merito della Cooperativa IGEA, dei Giovani Ecologisti di Città della Pieve e del Centro Ateneo per i Musei Scientifici dell’Università degli Studi di Perugia. Il museo si articola in tre sale e in esse si possono osservare degli strumenti scientifici didattici utilizzati tra l’800 e il ‘900, rocce, minerali, fossili, resti di invertebrati e, grazie ad una donazione privata, dei fossili provenienti dalla Penisola Arabica.

Sono visibili anche dei preziosi erbari, delle scatole entomologiche, una spermateca, ovvero una collezione di semi di vegetali, una xiloteca, ossia un insieme di specie legnose e anche dei vertebrati tassidermizzati. Il museo ha dedicato anche uno spazio che richiama gli ambienti che caratterizzano Città della Pieve, ha destinato una zona alla riproduzione dello studio di Antonio Verri e ha realizzato un laboratorio didattico in cui principalmente le scuole possono svolgere delle attività mirate alla scoperta dell’ambiente naturale.

La visita al Museo di Storia Naturale e del Territorio è consigliata agli appassionati della natura e del territorio di tutte le età.

Se siete amanti dell’arte e della storia e volete ricercare i luoghi del passato di Città della Pieve, non potete perdervi la visita al Museo Civico-Diocesano, situato appena fuori la Porta Romana.

Si tratta di un Museo che sorge in quella che in origine era la Chiesa di Santa Maria dei Servi, edificata nella seconda metà del XIII secolo. L’antica chiesa, che internamente presenta delle pareti molto eleganti, raffinate e luminose e una bellissima cripta, conserva elementi che rimandano alle varie correnti artistiche e ai diversi periodi in cui su di essa sono avvenuti alcuni interventi.

Ritroviamo l’arte gotica nella struttura, che ricorda le chiese degli ordini mendicanti, le quali presentano all’interno una sola navata e un’abside a crociera quadrata. Risale invece al periodo che va dal XVII al XVIII secolo l’impronta in stile barocco, riscontrabile nelle decorazioni interne, negli stucchi e negli altari delle cappelle laterali. L’attuale museo conserva anche numerose opere pittoriche, per lo più riconducibili alla corrente dei manieristi. Gli artisti che realizzarono delle opere per impreziosire la chiesa furono numerosi e tra questi ricordiamo Antonio Circignani detto Il Pomarancio, Salvio Savini e Alessandro Brunelli, le cui tele sono visibili negli altari laterali, i fratelli Cremoni, che realizzarono numerose decorazioni, e Pietro Vannucci detto Il Perugino. Da quest’ultimo sono stati realizzati gli affreschi risalenti al 1517, di cui ci giungono solo dei resti non perfettamente conservati del “Compianto sul Cristo morto” e della “Deposizione dalla Croce“. Queste ultime opere si trovano nell’antica cappella che fu dedicata alla Madonna della Stella e fino al 1834, anno in cui il pittore e storico dell’arte tedesco Johann Anton Ramboux le riportò alla luce, rimasero nascoste all’interno di un’intercapedine.

A completamento della struttura, nel 1834 venne realizzato il campanile dall’architetto neoclassico Giovanni Santini.

L’Oratorio di San Bartolomeo è situato accanto alla chiesa di San Francesco, oggi Santuario della Madonna di Fatima.

Venne originariamente eretto dai Benedettini, ma successivamente venne acquistato dai Francescani Conventuali nel 1280, stabili presso l’attiguo Convento, i quali inizialmente lo impiegarono come Sala Capitolare e in seguito come Refettorio. È possibile entrare all’interno dell’Oratorio attraverso il chiostro, posizionato alla destra del santuario dedicato alla Madonna di Fatima.

L’Oratorio di San Bartolomeo è principalmente noto per la presenza, al suo interno, dell’affresco di Jacopo di Mino del PellicciaioLa Crocifissione”, meglio conosciuto come “Il Pianto degli Angeli”. L’opera è stata dipinta nella seconda metà del XIV secolo dall’artista senese, che è stato uno dei maggiori seguaci di Ambrogio Lorenzetti e di Simone Martini, esponenti indiscussi della scuola senese. L’affresco è molto ampio ed è posizionato sulla parete di fondo del refettorio; la sala è molto semplice ed è impreziosita dall’elegante dipinto in cui la figura del Cristo è circondata dai tristi angeli stilizzati, secondo lo stile gotico senese. Con il tempo, il dipinto ha assunto una colorazione differente a causa dell’ossidazione del colore del cielo; questo è infatti passato dall’azzurro a una tonalità ramata, che ha fatto sì che l’affresco assumesse una nuova particolare bellezza.

Nel 1426 l’Oratorio divenne sede della Confraternita della Misericordia, ad opera di San Bernardino da Siena. L’Oratorio di San Bartolomeo ha anche ospitato, per un periodo di tempo limitato, la statua della Madonna di Fatima che venne fatta realizzare da alcuni artisti della Val Gardena, e che è stata poi posizionata nella Chiesa di S. Francesco, o Santuario della Madonna di Fatima.

La Sala Capitolare è oggi utilizzata come teatro.

L’Oratorio di Santa Maria dei Bianchi è situato nel centro di Città della Pieve e fu la sede della Compagnia dei Bianchi o dei Disciplinati. Alcuni documenti ne attestano l’esistenza già dal XIII secolo e testimoniano la presenza di un ospedale ad esso annesso, diventato successivamente un ospizio.

All’interno del suggestivo Oratorio di Santa Maria dei Bianchi è conservata una delle opere più importanti di Pietro Vannucci, detto il Perugino; si tratta dell’affresco “Adorazione dei Magi”, commissionato al maestro dalla Confraternita dei Disciplinati o dei Bianchi nel 1504.

Di grande impatto sono i vividi e bellissimi colori e le ampie dimensioni dell’opera, che è di ben 650×700 cm. Questa ricopre tutta una parete dell’antica chiesa di Santa Maria dei Bianchi e fu realizzata in soli ventinove giorni. Essa è una tra le opere più complesse che il geniale maestro rinascimentale abbia creato; sullo sfondo è rappresentato un meraviglioso paesaggio, che richiama la visuale che si può ammirare da Città della Pieve fino al Trasimeno e alla Val di Chiana e la scena si presenta molto affollata. Sono infatti più di trenta le eleganti figure dipinte a grandezza naturale e numerose sono le altre di dimensioni più piccole; la parte centrale raffigurante la capanna che racchiude il Presepio è quella che il maestro ha curato maggiormente nei dettagli poiché cattura maggiormente l’attenzione dell’osservatore.

L’oratorio conserva anche le vesti dei membri della Confraternita dei Bianchi e le grandi croci che vengono portate durante le processioni sacre.

Il Palazzo della Corgna è uno dei simboli più importanti di Città della Pieve, nonché la più significativa dimora signorile della città. Venne fatto edificare per volontà del Marchese e Governatore perpetuo di Castel della Pieve Ascanio della Corgna nella seconda metà del XVI secolo ad opera di Galeazzo Alessi, noto architetto perugino dell’epoca.

Il prestigioso edificio è situato in piazza Gramsci, al centro del paese, precisamente di fronte alla Cattedrale e risulta in una posizione predominante, come a mostrare all’intero centro abitato la superiorità e le ricchezze della famiglia della Corgna.

Negli interni del Palazzo rimangono vivi gli affreschi realizzati da vari artisti dell’epoca, come Nicolò Circignani detto Il Pomarancio, che realizzò nella Sala del Governatore l’affresco denominato il “Concerto”, in cui raffigurò il trionfo della famiglia della Corgna-del Monte. Di Salvio Savini risultano invece le decorazioni di altri rilevanti spazi all’interno della residenza: le logge, gli scaloni e la Sala Grande del Piano Nobile, realizzati nel 1580 per volere del Cardinale Fulvio della Corgna. Anche la zona del pianterreno, utilizzata spesso come luogo segreto di intrattenimento intellettuale, sembra sia stata affrescata da Savini. Il Palazzo mostra delle raffigurazioni pittoriche di ambito religioso in quelle che erano le sale destinate alla vita pubblica, mentre gli ambienti più privati conservano delle opere con un carattere più mitologico ed erotico.

La dimora cinquecentesca custodiva in passato un bellissimo giardino di cui purtroppo ci sono giunti pochi resti.

All’interno del Palazzo della Corgna sono oggi ospitati la Biblioteca comunale Francesco Melosio e il Museo di Storia Naturale e del Territorio di Città della Pieve.

La Rocca Perugina è un’imponente fortificazione edificata a seguito dei trascorsi turbolenti tra Perugia e l’antica Castel della Pieve. Quest’ultima infatti, più volte si ribellò all’autorità perugina nel corso dei secoli, la quale cercò in tutti i modi di limitarne l’espansione.

Nel 1326 i dominatori Perugini decisero così di costruire una grande rocca per poter controllare l’intera città e per garantire una sicurezza maggiore al proprio distaccamento. Rappresenta, ad oggi, uno dei monumenti maggiormente apprezzabili della città.

La Rocca presenta una pianta triangolare e venne eretta accanto alla Porta Perugina, in corrispondenza della cinta muraria. Originariamente, un profondo fossato e uno steccato di legno circondavano la rocca, per scoraggiare e limitare gli accessi dall’esterno e per proteggere maggiormente la fortificazione.

All’interno della Rocca erano presenti cinque torri: la Torre del Castellano, una torre ormai andata distrutta, la Torre del Prato, la Torre Maestra, e i resti della Torre del Frontone.

Tutte le torri vennero edificate in modo da permettere la vista sulla città di Perugia, per consentire così di inviare delle segnalazioni visive in caso di pericolo o di difficoltà e di richiedere rinforzi ai perugini.

Nel corso dei secoli la fortezza fu sottoposta a numerose ristrutturazioni e molteplici furono anche i suoi utilizzi. Da struttura difensiva, divenne sede dei Governatori Perpetui di nomina papale, residenza per i nuovi magistrati, mentre le torri divennero delle carceri e abitazioni per i soldati. In seguito all’unificazione dell’Italia, la struttura divenne un Carcere Mandamentale del Circondario di Orvieto.

Ancora oggi è possibile ammirare la solenne imponenza della Rocca Perugina e rivivere le controversie e le vicende del passato della vivace Città della Pieve.

L’arte è in grado di regalare sempre grandi emozioni a chi sa osservare e percepire e un grande maestro come Wolfgang Alexander Kossuth ha saputo regalare a Città della Pieve, ai suoi abitanti e a coloro che l’hanno già visitata, un ampio numero di opere da ammirare e da cui lasciarsi emozionare. L’artista, di origine tedesca, rimase incantato da città della Pieve e dalla sua bellezza e vi trovò un luogo di profonda ispirazione; decise così di trasferirsi nel borgo per trascorrere il resto della sua vita, luogo in cui visse fino alla sua precoce morte.

Kossuth fu un eccellente violinista e divenne anche il direttore d’Orchestra del Teatro della Scala di Milano; fece dell’arte la sua ragione di vita e spaziò tra la musica, la pittura e la scultura, anche se è in quest’ultima che riusciva ad esprimersi con più passione.

Al centro della produzione artistica di Kossuth vi è la figura umana, che viene rappresentata nella sua massima bellezza e perfezione, ma che resta spesso sospesa in bilico, in equilibri eccepibili, sfidando così la realtà. Le sue opere assumono le forme di sculture, disegni, tele raffiguranti nudi e rappresentano principalmente danzatori, musicisti e letterati.

Lo Spazio Kossuth è un’area che è stata dedicata all’artista e alle sue suggestive opere ed è stata inaugurata il 30 maggio del 2015, sei anni dopo la sua morte. Questo progetto è stato realizzabile grazie all’Associazione Ankamò, che ci ha creduto fortemente, al Comune di Città della Pieve e all’Arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve.

La sede è ubicata nelle rimesse del Palazzo Vescovile, che è stato profondamente restaurato, in seguito ad un lungo periodo di chiusura. Il museo, organizzato in diverse sale, è un fantastico esempio di arte contemporanea e le opere di Kossuth, curate spasmodicamente nei dettagli, sono in grado di trasmettere musica, dinamismo, energia ed emozione tramite le arti figurative.

Scopri con noi cosa fare a Città della Pieve. 

Se amate l’arte, la storia e la cultura, non potete perdete la visita al Museo Civico-Diocesano, che sorge nell’antica Chiesa di Santa Maria dei Servi. Qui potrete trovare elementi del periodo gotico, dell’arte barocca e della corrente dei manieristi. Oltre alle opere del Pomarancio, di Salvio Savini, di Alessandro Brunelli, dei fratelli Cremoni e del Perugino.

Se siete invece degli appassionati di arte contemporanea, non potrete rinunciare alla visita dello Spazio Kossuth. Qui potrete contemplare e apprezzare le dinamiche opere scultoree del maestro Wolfgang Alexander Kossuth, che scelse di proseguire la sua vita a Città della Pieve perché gli trasmetteva una forte ispirazione. Oppure la Collezione D’arte Contemporanea presso il Giardino dei Lauri, che vi permetterà di ammirare numerose opere di celebri artisti di fama nazionale e internazionale. Anche il Museo Antonio Verri vi consentirà di scoprire numerosi materiali interessanti. Tutti appartenenti alle collezioni private di Antonio Verri e di Paolo De Simone, geologo il primo e agronomo e naturalista il secondo.

Potrete anche visitare la città seguendo diversi itinerari, chiamati Percorso dei Vicoli e Percorso del Paesaggio. Attraverso il Percorso dei Vicoli potrete scoprire Città della Pieve nei suoi luoghi più suggestivi e segreti, attraverso i vicoli affascinanti e carichi di storia, di passato e di vita; qui avevano sede le botteghe artigiane e i mercati.

Il Percorso del Paesaggio vi guiderà alla scoperta dei tanti panorami mozzafiato che potrete ammirare dai numerosi belvedere di Città della Pieve; qui scoprirete una delle più belle viste sull’Italia centrale, che vi permetterà di apprezzare una gradevole armonia regalata dalla natura, con i suoi dolci colli, gli incantevoli laghi circostanti, i monti e le caratteristiche città limitrofe.

I più avventurosi potranno lasciarsi travolgere dall’energia della natura incontaminata e dai sentieri di Città della Pieve partecipando alle escursioni di trekking e vivere così dei momenti emozionanti e indimenticabili. Potrete anche approfondire la vostra conoscenza del territorio attraverso le escursioni nelle terre del Perugino e vivere in prima persona l’emozione di scoprire il perfetto connubio tra la natura e i caratteristici monumenti del borgo di Città della Pieve.

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Per creare il tuo itinerario avremmo bisogno di qualche informazione in più: indica dunque le date che preferisci, quanti siete e dai un valore ai tuoi interessi, così potremo iniziare a comporre la tua timeline insieme.