La Basilica di San Gregorio Maggiore è splendidamente affacciata sulla Piazza Garibaldi, sul lato opposto rispetto al monumento dedicato al grande eroe della storia italiana, a poca distanza da uno degli accessi al centro storico della città, Porta di San Gregorio. Si tratta solo di uno dei vari edifici dedicati al santo martire all’interno delle mura cittadine infatti, oltre alla basilica, si trovano altri luoghi di culto presso il ponte Sanguinario, legato anch’esso alla biografia del Santo, e presso il foro San Gregorio della Sinagoga.
La Basilica di San Gregorio Maggiore sorse su una precedente area cimiteriale e venne eretta nelle forme attuali nel 1079, subendo numerosi rimaneggiamenti nei secoli successivi ma, secondo la tradizione, la chiesa originaria venne fondata nel IV secolo da una vedova di nome Abbondanza che recuperò il corpo del Martire dandogli sepoltura ed edificando il luogo di culto.
La facciata monumentale presenta tre arcate trecentesche nella parte superiore, circondate da tre archi rincassati. Quello centrale conserva resti di un affresco cinquecentesco attribuito a Giovanni da Foligno, identificabile forse con l’artista Giovanni di Corraduccio. L’ingresso all’edificio è consentito grazie al monumentale portale realizzato nel 1597 per volere del vescovo Sanvitale, inquadrato ed impreziosito da un portico cinquecentesco a tre fornici.
All’interno la basilica si articola in tre navate, con presbiterio rialzato, a sua volta tripartito in navatelle di piccole dimensioni e terminanti con absidi. Ai lati si aprono varie cappelle, tra le quali le più importanti sono la Cappella del Sacramento, in cui è conservato un Tabernacolo del 1523, che venne trasferito dal monastero della Stella di Spoleto nel 1860; e la Cappella degli Innocenti in cui si conservano scene decorative ispirate alla storia della chiesa e di S. Abbondanza: la santa che erige l’edificio e i martiri che vengono gettati dal Ponte Sanguinario.
Interessante è anche la cripta sottostante il presbiterio, di grandi dimensioni con un impianto articolato e suddiviso in cinque navatelle con tre absidi. Un’iscrizione e la tradizione raccontano che ben dieci mila martiri vi vennero sepolti. Effettivamente la cripta ospita numerosi resti umani di varie epoche, deposti in diversi sarcofaghi.
L’edificio conserva ancora frammenti di pavimento a ornati cosmateschi, affreschi databili al XII-XV secolo e numerosi materiali di spoglio del periodo romano. Questi sono particolarmente visibili, oltre che nella cripta, anche nel campanile, finito di costruire nel 1492.
Annesso alla chiesa si trova, infine, un elegante chiostro con un doppio ordine di arcate a tutto sesto sorrette da pilastri ottagonali in cotto. Il primo ordine fu costruito probabilmente nel XII secolo contemporaneamente alla chiesa mentre il secondo, al livello superiore, fu forse un’aggiunta del Cinquecento.