La Basilica di San Pietro, antica cattedrale di Perugia, ospita una raccolta di opere d’arte che è seconda in città solo alla Galleria Nazionale dell’Umbria.
Scendendo dal centro storico, passando per la scalinata e la chiesa di S.Ercolano, attraversando la suggestiva via di Corso Cavour, oggi pullulante di ristoranti e locali di varia natura, dovrete attraversare la porta San Pietro, che segna l’ingresso a Borgo XX Giugno. Verso la fine della via, in posizione rialzata alla vostra sinistra, vi troverete di fronte alla Basilica di San Pietro. L’edifico fa parte di un complesso benedettino fondato nel 966 da Pietro Vincioli sopra i resti di una chiesa paleocristiana, che sembrerebbe essere stata la vecchia cattedrale Perugina. Il tutto eretto in un’antica area etrusco-romana.
In fondo al cortile d’ingresso la basilica di San Pietro vi si presenterà con una figura possente ma slanciata, grazie anche al campanile che si erge maestoso su tutta Perugia con bifore in stile gotico ed un’appuntita cuspide.
Ora potete abbassare lo sguardo, seguire il regolare profilo del cortile, fino alla sua parte sinistra, dove troverete il portone d’ingresso alla basilica, opera del ‘500 decorata da Giannicola di Paolo con Madonna e i due Angeli.
L’accesso agli interni sarà un passaggio che vi lascerà per un attimo senza fiato. Preparatevi ad essere accolti dalla bellezza che questa chiesa saprà sprigionare. Sarete quasi abbagliati dall’immensa ricchezza di opere d’arte: tele, intagli lignei, sfumature marmoree, decorazioni su archi e colonnati. Una serie di immagini che vi lasceranno per un istante a bocca aperta. L’insieme dona immediatamente al visitatore un effetto di colori cupi, ma profondissimi e dai tratti nitidi. Sempre regali e affascinanti, ma scuri come a ridare austerità a quel luogo che, prima di tutto, è edificio di culto religioso.
La struttura è composta da tre navate. La centrale è più alta e si erge imponente rispetto alle due navate laterali, minori in altezza e larghezza.
Prima di fare un passo in avanti alzate lo sguardo, noterete innanzitutto il soffitto ligneo, decorato in cassettoni da Benedetto di Giovanni di Pierantonio. Nelle pareti che marcano il rialzamento della navata, fra le colonne e il soffitto, troverete una serie di tele raffiguranti scene di vita di Cristo dell’Aliense fra il 1592 e il 1594.
Anche le due navate sono ricchissime di dipinti, di diversi autori fra il XV e il XVII secolo di scuola toscana e perugina, fra cui: Eusebio da San Giorgio, Orazio Alfani, Giacinto Gimignani, Cesare Sermei, Ventura Salimbeni ed altri.
In fondo sulla destra troverete la sagrestia, costruita nel 1451 e anch’essa pregevolmente decorata, a partire dalla volta affrescata con Storie dell’Antico Testamento di Scilla Pecennini. Fra le tante opere sicuramente sono degni di nota il pavimento in maiolica di Giacomo Mancini da Deruta e i cinque quadretti del Perugino, ripresi da una delle sue grandi opere “L’ascensione di Cristo”, una delle tante asportate durante il dominio Napoleonico, che oggi si trova a Lione, al Musée des Beaux-Arts.
Proseguendo per la lunghezza della basilica si giunge al presbiterio con i suoi costoni gotici finemente decorati da Giovanni Fiammingo con “scene di mietitura e vendemmia” del 1592, da Scilla Pecennini e Pietro d’Alessandro con “Virtù teologali e Cardinali” del 1594 ed altri autori del tardo ‘500. La struttura attuale è stata ricostruita dopo l’abbattimento, nel XIV secolo circa, del precedente abside di forma semicircolare per allargare il vano e collocare due ampi organi e il coro, quest’ultimo costruito e finemente intagliato nel 1520 da Bernardino Antonibi e Nicola di Stefano da Bologna. Al centro dell’ambiente si trova l’altare principale costruito con marmi pregiati da Valentino Martelli fra la fine del ‘500 e l’inizio del ‘600, che racchiude la tomba dello stesso San Pietro Vincioli.