Nella parte bassa di Gubbio, sul lato sud di Piazza Quaranta Martiri, si affaccia la monumentale Chiesa di San Francesco. L’edificio venne realizzato nel 1255 ma i lavori per la decorazione durarono per molti decenni, fino al 1291.
La chiesa fa parte di un ampio complesso che venne edificato sui territori posseduti dalla famiglia Spadalonga, in quanto uno degli esponenti di tale famiglia, Giacomello, si racconta che avesse conosciuto Francesco durante la prigionia a Perugia rimanendone a lungo amico. La tradizione vuole che fu proprio in questa casa che il santo di Assisi ottenne rifugio e protezione agli inizi del XIII secolo dopo aver abbandonato la casa paterna e fu tra queste mura che indossò il saio per la prima volta.
Ancor oggi, nei locali della sacrestia, è possibile scorgere alcune tracce delle fondamenta dell’antica dimora signorile.
La Chiesa di San Francesco a Gubbio ha oggi un aspetto monumentale. Presenta una pianta ogivale con una facciata incompiuta nella quale si apre il grande portale gotico d’ingresso, sormontato da un rosone decorativo. All’estremità della navata si aprono tre absidi poligonali, illuminate da finestre monofore.
Anche all’interno l’edificio è sorprendente ed elegantissimo. Lo spazio si articola in tre navate, separate da quattordici pilastri ottagonali che sorreggono le volte a crociera, frutto di un restauro del XVIII secolo.
Per quanto riguarda la decorazione parietale, sono sicuramente pregevoli gli affreschi delle tre absidi con scene di vita mariane realizzate da Ottaviano Nelli nel XV secolo e altri affreschi di mirabile valore artistico, databili tra il XIII- XIV secolo, attribuiti ad un anonimo pittore locale: Gesù in trono con ai lati San Pietro, San Paolo, San Francesco e Sant’Antonio ed alcuni episodi della vita di S. Francesco. Oltre all’edificio di culto, l’area ospita un complesso conventuale che merita sicuramente di essere visitato. A devoti e visitatori sarà concesso di ammirare il bellissimo “Chiostro della Pace”, la “Sala Capitolare” dove i frati erano soliti deliberare sulle norme della vita comunitaria, il “Refettorio” che è oggi adibito a Sala Congressi, ed il “Chiostro Maggiore”, attualmente non aperto al pubblico e visitabile solo in occasione di eventi o rassegne d’arte.