Adiacente alla piazza di San Giovanni in Campo, sorge l’imponente mole della Chiesa di San Domenico e il chiostro, la più grande di Città di Castello.
Tra il 1399 e il 1424, i Domenicani costruirono l’edificio nel luogo dove sorgeva una piccola chiesa antecedente. L’impianto è ad un’unica navata e presenta sul lato destro la quadrangolare torre campanaria. La facciata esterna è invece rimasta incompiuta.
Il presbiterio è impreziosito da un pregevole coro ligneo intarsiato e intagliato nel 1435 dal maestro fiorentino Manno di Benincasa, detto Manno dei Cori.
All’interno erano custodite due importantissime opere d’arte: “Il Crocifisso” di Raffaello (1503), commissionato dalla famiglia Gavari e oggi custodito alla National Gallery di Londra ed il “Martirio di San Sebastiano” di Luca Signorelli (1498), commissionato dalla famiglia Brozzi e trasferito alla Pinacoteca Comunale di Palazzo Vitelli alla Cannoniera.
Nonostante questa importante perdita, la Basilica conserva ancora importanti affreschi del XV secolo e nell’altare maggiore è custodita l’urna con le ceneri della Beata Margherita (1298-1320), terziaria Domenicana, detta la Cieca della Metola, dal luogo d’origine. A lei e al racconto dei miracoli della sua vita, sono dedicati gli affreschi decorativi del chiostro attiguo alla chiesa.
Concluso tra il 1662 e il 1667 e recentemente acquisito dal Comune della città, il chiostro della chiesa di San Domenico a Città di Castello, a doppio ordine di arcate sovrapposte, dà lustro e illuminazione all’imponente complesso dell’ex convento domenicano.