Il trebbiano spoletino, la rinascita di un vitigno storico
Un vitigno tornato alla ribalta negli ultimi anni viene riscoperto da molti produttori virtuosi
Negli ultimi 15 anni l’Umbria enologica ha assistito al ritorno sulla scena del Trebbiano Spoletino. Un vitigno che per troppo tempo ha avuto un ruolo da comprimario, utilizzato per il taglio dei vini bianchi di tutta la Regione. Solo un lontano cugino dei ben più conosciuti abruzzesi e toscani. Il merito della sua riscoperta va ovviamente ad alcuni virtuosissimi viticoltori che, soprattutto nella zona di Montefalco e Spoleto, hanno saputo ridare lustro, anche attraverso un’opera di comunicazione piuttosto importante, a questa uva a bacca bianca. Piena di caratteristiche versatili e a suo modo affascinante, era stata colpevolmente lasciata andare e trascurata nel corso della seconda metà del ’900, nella zona citata, a favore di altre coltivazioni.
L’abbandono, in generale ma soprattutto nella Valle Umbra, della tecnica della vite maritata ha reso sicuramente più facili e meno costosi i metodi di vendemmia. Ma senza dubbio alcuno le innovazione tecnologiche, almeno nel nostro territorio, hanno lasciato inalterata la qualità delle uve prodotte, comprese quelle del Trebbiano Spoletino. Sono moltissime le aziende del settore che hanno già in produzione un Trebbiano in purezza. Punte di eccellenza possiamo ritrovarle nella zona sud del comune di Montefalco. Le caratteristiche organolettiche, comuni a quelle dei grandi vini bianchi umbri, sono di anno in anno in continua evoluzione.
Dal punto di vista degustativo al naso si presenta, in quasi tutte le sue etichette, piuttosto elegante con un ampio bouquet olfattivo che vira decisamente sui fiori gialli, con una lieve punta agrumata. In bocca, la complessa acidità lo rende più che adatto in abbinamento a primi piatti strutturati e a carni bianche. Come il coniglio in porchetta.
La vera particolarità del Trebbiano Spoletino è però la sua capacità di rendersi adattabile a qualsiasi tipo di “esperimento” in cantina. Data anche la sua ottima propensione all’invecchiamento, non solo in acciaio. Si tratta quindi senza dubbio di una vera e propria riscoperta di un’eccellenza enologica di primo livello. Sulla quale le realtà vitivinicole si stanno muovendo ed investendo in maniera più che giustificata. L’obiettivo è quello di rilanciare un grande prodotto del nostro territorio.