La Madonna di Vico costituisce un luogo di primo interesse più per la sua storia, che è una storia di fallimenti, che per il suo valore storico-artistico. Essa sorge lungo la Flaminia, strada costellata di chiese e santuari, mete dei pellegrini che si dirigevano verso Assisi.
La chiesa “Tonda” fu eretta nel 1517 a seguito di una sanguinosa vicenda, che vide protagonisti Bartoloccio di Giacomo Bartolocci signore di Spello, e il suo consigliere Vico di Chiatti. Questi commettevano le più atroci crudeltà, ma furono uccisi durante una partita di caccia da alcuni assisani nel 1373; la casa di Vico fu abbattuta e al suo posto fu innalzata un’edicola con una Maestà, che, con il passare degli anni, fu invasa dai rovi e dalle spine. Nonostante ciò, i pellegrini continuavano ad esserle assai devoti, fino a quando questa iniziò a compiere miracoli e così si decise di costruirvi il santuario, seguendo però un progetto ben preciso e curato.
La chiesa tonda è un edificio a croce greca con navata quadrangolare, dalla quale si diramano tre absidi semicircolari. Sotto la cupola al centro della chiesa vi è l’altare maggiore, che ha inglobato la vetusta edicola con la Madonna del Latte, opera del Quattrocento attribuita a Bartolomeo da Miranda. Nell’insieme, la chiesa Tonda si presenta armoniosa, luminosa decorata da pochi affreschi.
Il merito va senz’altro ai Baglioni, allora signori di Spello, mecenati attenti e colti che, però, si avviarono verso il declino quando nel 1583 la Chiesa riprese possesso della città. Così, come per i Baglioni e per Spello iniziò una lunga fase di decadenza, anche per la Madonna di Vico arrivò la fine. Dal 1539 tutto è rimasto immobile e immutato, probabilmente a causa dell’importanza sempre maggiore che acquisivano i santuari nei dintorni; la chiesa è caduta in abbandono, preda di ladri che l’hanno spogliata di tutto.