La cappella viene denominata “Tega” dal sarto di Spello Pietro Tega, che nel 1921 scoprì gli affreschi, fino ad allora nascosti da una mano di intonaco. Il suo nome originario, però, è cappella di Sant’Anna, poiché sorse come sede della Fraternità Disciplinata di Sant’Anna. Questi amministravano uno dei molti ospedali che la tradizione spellana può vantare, e che risale al 1362; la compagnia venne soppressa nel 1571. Nel 1895 lo spazio fu adibito a bottega, ma già allora gli affreschi, che saranno restaurati nel 1970, erano parzialmente visibili.
La cappella è ad aula unica di pianta rettangolare, coperta da una volta a crociera; nella parete sinistra è presente un grande arco, attualmente in parte interrato a causa dell’innalzamento della superficie stradale dell’adiacente piazzetta. Nonostante le ridotte dimensioni dell’ambiente, i vostri occhi saranno riempiti dalla moltitudine di affreschi che ricoprono le pareti e le volte.
Questi, patrimonio dell’arte italiana, sono datati 1461 e vengono ricondotti alla mano di Niccolò di Liberatore detto l’Alunno, e ad una forse identificabile con Pietro di Mazzaforte, figlio del folignate Giovanni di Corraduccio. Probabilmente la decorazione faceva parte di un importante programma iconografico unitario più vasto; oggi possiamo ammirare gli apostoli e i santi, l’Inferno, il Purgatorio, e gli Evangelisti, ritratti nelle quattro vele.