Il piccolo eremo di San Fiorenzo si trova, nascosto tra i boschi di aceri e carpini a circa 1100 metri di altitudine, al centro della valle del Guaita a poca distanza da Collescille.
Gregorio Magno, nei “Dialogorum“, racconta la storia del giovane monaco che si dedicò per tanti anni alla vita ascetica e contemplativa in compagnia del più conosciuto Sant’Eutizio.
Alla morte del loro padre spirituale S. Spes, nel V secolo, Eutizio venne chiamato a valle per prendere il posto del defunto maestro e pregò Fiorenzo di custodire intatto e nella preghiera il luogo che avevano condiviso per tanto tempo. Pare che Fiorenzo rimase fedele alla promessa e continuò a trascorrere la propria esistenza all’interno delle povere celle scavate nella parete rocciosa, che ancora oggi si possono scorgere a poca distanza dall’edificio di culto. Solo dopo la morte dell’amato compagno, nel 536 circa, Fiorenzo decise di abbandonare la valle e di seguire un altro asceta che viveva fuori dalle mura di Foligno, S. Vincenzo presso il quale rimase fino alla morte a metà del VI secolo.
A lungo il luogo rimase abbandonato alla memoria di quel santo eremita e solo nel X secolo, accanto alle celle, venne costruito un piccolo eremo con la cappella dedicata a San Fiorenzo.
In età moderna, da alcuni anni, questo luogo santo ma quasi dimenticato è stato riportato alla luce grazie ad un altro monaco, proveniente dalla Polonia, Taddeo (Tadeusz), il quale ha scelto di ripercorrere le orme del santo che lo ha preceduto e vive in assoluta povertà tra le mura del piccolo eremo, impegnandosi a restaurare le poche stanze ormai dismesse e bendisposto verso i tanti visitatori che raggiungono il luogo per conoscerlo.