A circa 6 chilometri dal centro abitato, in una zona difficile da raggiungere e meta degli amanti del trekking, sorge su posizione elevata e strategica la Rocca D’aries. Il toponimo ha spiegazioni differenti: secondo alcuni sarebbe legata al nome persiano Dario, secondo altri a Darete, personaggio mitico compagno di Enea, secondo altri non sarebbe altro che il nome latino dell’Ariete o Montone da cui deriverebbe il nome stesso dell’abitato.
Ciò che è certo è che la struttura ha un’origine molto antica, risalente forse al VI-VII secolo, periodo longobardo, e che costituì il primo fortilizio da cui la famiglia Fortebracci iniziò l’opera di fondazione dell’intero borgo e della Rocca cittadina, detta di Montone o di Braccio.
I due complessi fortificati dovevano essere simili, se non identici, ma diverso è stato il loro destino. Infatti mentre la Rocca d’Aries conserva ancora perfettamente le sue forme, con la pianta rettangolare, le possenti mura difensive, la torre circolare sul lato e i numerosi rifacimenti dovuti al riutilizzo come dimora, della Rocca cittadina è oggi rimasto soltanto il Mastio centrale. Secondo le fonti, infatti, l’edificio venne completamente distrutto nel 1478, in tre giorni e tre notti da un manipolo di cinquemila uomini, detti Terrazzani (ovvero guastatori) inviati dal Papa Sisto IV, stufo dei continui attacchi di Carlo Fortebracci ai territori dello Stato Pontificio.
Dal 1991 la Rocca d’Aries, è divenuta Demanio regionale.