La chiesa di Santa Illuminata sorge nel luogo in cui, nella seconda metà del XIII secolo, Damiano di Bengente fece costruire un “reclusorio” per la figlia Giovanna, alla quale si unì in pochi anni la sorellina Chiara, futura santa. Nel 1280 le monache si trasferirono nel sito dell’attuale monastero di Santa Chiara, abbandonando così l’edificio, che divenne casa di una comunità agostiniana nel 1302; durante il XV secolo però, rimasero solo tre monache, che nel 1480 si unirono, su disposizione del vescovo di Spoleto, a quelle di Santa Chiara.
Frate Anselmo da Montefalco, priore generale degli Agostiniani, fece insediare un gruppo di suoi frati riformati (detti “di Lombardia”) nell’abbandonata chiesetta. Questi provvidero a ricostruirla, insieme al convento, fra il 1492 e il 1500, come indicato nella data del portale. La comunità venne soppressa nel 1653 e la chiesa fu così incorporata nella collegiata di San Bartolomeo; dal 1910 al 1975 i Padri Cappuccini occuparono nuovamente il sito. Dopo la loro partenza, tornò ad essere assorbito dalla parrocchia di San Bartolomeo.
La chiesa montefalchese, ancora ben conservata all’interno delle mura cittadine, è dedicata alla beata Illuminata, virtuosa monaca agostiniana che nacque in città nel XIII secolo. L’edificio rinascimentale di influenza lombarda è molto armonioso, dalla facciata in laterizio preceduta da un piccolo portico; il portale d’ingresso è sormontato da un fregio con un’iscrizione e nella lunetta esterna è affrescata una Madonna della Misericordia tra Santa Chiara da Montefalco e la Beata Giovanna di Francesco Melanzio.
L’interno della chiesa è ad un’unica navata. Dispone di tre nicchie per lato interamente affrescate, in cui ricorre la figura di San Nicola da Tolentino. Nella prima cappella a sinistra si trova un affresco del folignate Bernardino Mezzastris, raffigurante San Nicola tra i santi Sebastiano, Agostino e Rocco, insieme alle sante Chiara, Giovanna, Caterina d’Alessandria e Illuminata, tutti disposti intorno a una Madonna con Bambino sul trono. Nella cappella successiva sono visibili altri affreschi attribuiti, non con cortezza, a Francesco Melanzio. Mentre nella terza cappella era collocata una pala con la Madonna con Bambino di Melozzo da Forlì (oggi nella Pinacoteca di Montefalco).
Sull’antico altare maggiore era conservata una tavola raffigurante San Vincenzo da Saragozza, Santa Illuminata e San Nicola da Tolentino, che venne realizzata nel 1488 da Antoniazzo Romano per la cappella di Santa Caterina della chiesa di Santa Maria del Popolo a Roma; l’opera venne spostata nella chiesa di Santa Illuminata nel 1491 per volere del generale dei frati agostiniani frate Anselmo da Montefalco. In tale occasione, vennero modificati gli attributi e l’aspetto di Santa Caterina e Sant’Antonio di Padova (che divennero Santa Illuminata e San Nicola). Nelle cappelle di destra si possono ammirare altri affreschi attribuiti al Melanzio, tra cui l’Assunzione e l’Incoronazione della Vergine e alcuni Santi, tutti datati 1507.