Villa Fidelia, o Costanzi, dall’ingegnere Decio Costanzi, suo ultimo proprietario, è ben visibile già percorrendo la statale che collega Spello ad Assisi. Questa sorge nel più importante sito religioso dell’antico popolo degli Umbri: qui infatti, per quasi dieci secoli, vi era il Santuario Federale della lega delle città umbre, il quale risale al IV-V secolo a. C. Con la conquista romana, la struttura venne potenziata sotto Augusto e Costantino: fu costruito un gradone terrazzato che collegava il sacello di Giove, nella zona in cui oggi sorge il casino di villeggiatura, al sacello di Venere, corrispondente al Monastero delle Suore Francescane Missionarie. Costantino, inoltre, nel suo Rescritto espresse la volontà che, alla base del santuario, venisse eretto un tempio dedicato alla sua gens Flavia.
La struttura che vediamo oggi, trasformata poi in villa privata, è il frutto di modifiche volute nel tempo dai proprietari che si sono susseguiti: la famiglia Urbani nel XVI secolo, l’aristocratica Teresa Pamphili Grillo che la acquistò nel Settecento, Gregorio Piermarini, che allestì il giardino vesuviano e la Fonte di Diana, e infine Decio Costanzi. Quest’ultimo vendette la palazzina sud, l’antico sacello di Venere, all’istituto monastico, mentre il resto dell’area è dal 1974 proprietà della Provincia di Perugia, che la utilizza per spettacoli e mostre.
Importanti gli interventi dell’architetto folignate Giuseppe Piermarini, il quale fece costruire un padiglione di villeggiatura successivamente mutato, e quelli di Cesare Bazzani dei primi del Novecento: è a questi che si deve il gusto eclettico dell’edificio, che unisce elementi barocchi e neoclassici.
La Villa fu un centro talmente prestigioso da essere scelto nel 1930 come luogo del ricevimento per le nozze tra Boris III di Bulgaria e Giovanna di Savoia, figlia del re d’Italia Vittorio Emanuele III.
Oggi il complesso ricopre una superficie di 60.000 mq, occupati dal vastissimo parco e da varie costruzioni. Entrando, potrete notare il centro visite, opera del Bazzani, il fantasioso giardino barocco, detto anche vesuviano, con la fontana di Diana cacciatrice, e il prato all’inglese della Magnolia. Di grande interesse è la chiesa di San Fedele, santo da cui la villa prende il nome, anch’essa forse già area sacra. Deliziosi il casino di villeggiatura, il piccolo teatro e la casa del giardiniere; armonioso e geometrico il giardino all’italiana, al quale seguono la limonaia, il galoppatoio, e l’esteso parco di 20.000 mq, con il lecceto e l’oliveto.