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Pozzo Etrusco

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Il Pozzo Etrusco, o Pozzo Sorbello, è sicuramente una delle maggiori opere idrauliche Etrusche fino ad ora conosciute, come affermato anche nel 1966 dal professor Filippo Magi, dell’Università di Perugia, che in quell’anno guidò un’immersione volta a scoprire gli aspetti del pozzo di cui fino ad allora era stata appurata solamente la sua origine etrusca. Fu’ grazie al marchese Uguccione, all’epoca proprietario del palazzo Sorbello (sotto il quale è situato il pozzo Etrusco), che l’università poté accedere al reperto per portarne avanti un’attenta analisi.

Dopo quella prima immersione, avendo compreso l’importanza dell’opera, ne furono fatte altre due con grande interessamento da parte della comunità scientifica fino al 1980. Lo stesso anno la famiglia proprietaria del Palazzo Sorbello aprì il pozzo al pubblico, incentivando le visite e facendo scaturire un grandissimo interesse per il bene, destinato negli anni a giocare un ruolo molto importante nell’incremento degli arrivi turistici nella città di Perugia.

Il Pozzo è situato nei sotterranei di Palazzo Sorbello, da cui il nome con cui è anche conosciuto, ovvero, Pozzo Sorbello. Si trova esattamente nelle vicinanze di Porta Sole, provenendo da Corso Vannucci, attraversando piazza IV Novembre e proseguendo lasciandosi il Duomo sulla sinistra, lo si può trovare semplicemente continuando a camminare mantenendosi sul lato destro della strada.

Il Pozzo è stato costruito nel punto più alto della città, esattamente a 477 m s.l.m., scavato in un terreno che originariamente era fluvio-lacustre, dove si sedimentarono ciottoli e argilla. Ha una capacità di 424 metri cubi e fu costruito intorno alla seconda metà del III secolo a.C. per rispondere al fabbisogno idrico della città, che infatti vedeva all’epoca sorgere moltissimi pozzi tutt’intorno al territorio (molto simile è il pozzo di San Polo a Todi).

L’importanza del pozzo, oltre che dall’indiscussa valenza architettonica del bene, è data anche dalle sue dimensioni, raggiunge infatti i 37 metri di profondità. La struttura è cilindrica e la canna arriva ad un diametro di 5,6 metri nel punto più largo e di 3 metri in quello più stretto.

I materiali di costruzione che vennero utilizzati sono i classici dell’architettura etrusca, la parte superiore del pozzo è stata infatti rivestita con travertino estratto nella vicina frazione di Ellera. Proprio le caratteristiche dei materiali utilizzati per la sua costruzione hanno permesso di datare l’origine del pozzo, in quanto affini ai blocchi utilizzati per la costruzione delle mura urbiche della città.

Altro elemento che ha contribuito ad accrescere la sua importanza e la meritata fama, è la copertura superiore del pozzo. Costruita con lastre trasversali di travertino, sorrette da travature costruite in pietra e incastrate completamente a secco, senza quindi l’ausilio di malta o tipi di amalgama particolari. L’incastro delle travi va a formare due capriate dal peso di circa ottanta quintali l’una. Si crede che la costruzione della copertura avvenne con l’ausilio di impalcature, facendo calare i vari blocchi di pietra e travertino dall’alto.

Il pozzo durante le epoche ha subito non poche modifiche o interventi strutturali. Inizialmente l’apertura era centrata rispetto alla canna, quella attuale (vèra) è stata costruita in periodo medievale. La vèra originaria sembra avesse una pianta quadrata.

Per quanto riguarda la tecnica utilizzata per la raccolta dell’acqua, inizialmente si faceva affidamento al classico secchio con la corda, per poi affidarsi ad un sistema più moderno di carrucole.

Il pozzo etrusco è stato sempre utilizzato nel corso dei secoli, fino a poco prima della sua “riscoperta” come reperto di enorme rilevanza archeologica.

Ad oggi è gestito dalla fondazione Ranieri di Sorbello a cui è stato donato dalla famiglia proprietaria del palazzo.

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